Cosa sono le Lobby

“Lobby” è un termine inglese che deriva dalla parola latina “laubia”, “loggia”, lungo corridoio posto di fronte ad una stanza, adibita ad accogliere le persone.stretta-di-mano
In ambito politico, il termine compare nel 1640 e indica uno spazio aperto, presente all’interno della Camera dei Comuni, in cui si potevano incontrare gli esponenti del governo, in modo tale da poter interloquire senza nessun disturbo.
Divenne d’uso comune il termine lobby-agents, per quelle persone che ricercavano favori dai membri del Congresso; l’attività di questi attori è detta lobbying.
Nell’immaginario collettivo, sono associazioni più o meno segrete, difficili da individuare, di uomini d’affari che tramite il loro potere economico influenzano le decisioni dei politici piegandoli ai loro interessi: effettivamente le lobby sono dei “gruppi di pressione” (o di interesse) ma, contrariamente a quanto si crede, non sono illegali o segrete.
Le azioni delle lobby possono limitarsi a una serie di comunicazioni e contatti con i rappresentanti della politica o organizzarsi in vere e proprie campagne; la forza delle lobby dipende prevalentemente dalla loro disponibilità di risorse economiche, numeriche e dal livello di influenza che le lobby stesse sono in grado di esercitare.
In Italia, nel corso degli anni, sono stati presentati diversi disegni di legge per rendere più trasparente l’attività dei vari gruppi, ma nessuno è mai stato approvato: tra questi il cosiddetto “ddl Santagata”, presentato durante il secondo governo Prodi nel novembre del 2007 dal ministro per l’Attuazione del programma di governo Giulio Santagata. Tuttavia, ad oggi, non esiste una legislazione che ne regolamenti l’esercizio; ma c’è qualcuno che sta tentando di far emergere queste associazioni e regolamentarle.
L’attività di lobbying è regolamentata in Australia, Canada, Germania, Polonia, Stati Uniti, Ungheria, Taiwan e anche nella Commissione e nel Parlamento europeo tramite un sistema di registrazione su base volontaria, un codice di condotta comune e un sistema di controllo e di sanzioni da applicare in caso di violazione del codice.
Il lobbying gode però di pessima reputazione presso l’opinione pubblica, perché spesso sconfina nell’attività di chi, disponendo di maggiori risorse, investe danaro per piegare alla propria volontà l’operato dei legislatori e dei funzionari pubblici.
Formalmente l’attività di un lobbysta, consiste nel portare avanti gli interessi di un’azienda o di un ente istituzionale influenzando decisioni politiche e processi di formazione delle leggi.

“Deriva una sistematica mancanza di trasparenza del meccanismo decisionale, determinata spesso da un sempre più difficile riparto di competenze a livello sovranazionale, nazionale e sub-statale e una deriva in senso clientelare, quando non corruttivo, nelle relazioni tra sistema socio-economico e sistema politico” -M. C. Antonucci, M.C., Rappresentanza degli interessi. Il lobbying nelle istituzioni politiche europee e italiane-.

 

Valentina G.

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